Giovedì 2 febbraio 2017, la fratellanza trinitaria si è riunita presso la Chiesa della SS. Trinità per la solenne celebrazione della “Candelora”. La Messa officiata dal Cappellano Don Gilberto USCATEGUI RESTREPO ha visto una grande partecipazione di Confratelli e Consorelle nonché di tantissimi fedeli della Parrocchia.
VANGELO DI LUCA 2, 21-35
“Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele;lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.”
Nell’omelia, Don GILBERTO ha rinnovato la necessità di seguire la luce del Signore che è la sua parola. Solo la Parola di Dio può illuminare le tenebre come una luce guida che ci porta a vivere una nuova vita rinnovata di veri Cristiani. Un ringraziamento sentito al nostro Cappellano per il suo costante impegno di guida spirituale del nostro Arcisodalizio.